O come...
Olbers
(Paradosso di)

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Se le stelle nel cosmo sono miliardi di miliardi di miliardi, come mai il cielo notturno non solo non è uniformemente illuminato ma addirittura buio? Questa domanda prende il nome di Paradosso di Olbers, dal nome dall'astronomo tedesco Heinrich Wilhelm Olbers, che lo propose nel 1826 (anche se in realtà era già stato descritto da Keplero nel 1610 e dagli astronomi Halley e Cheseaux nel XVIII secolo).
La soluzione del Paradosso è stata formulata grazie alla moderna cosmologia. Ai tempi di Olbers si credeva infatti che l'Universo fosse infinito, esistente da sempre, omogeneo e isotropo (con stelle, cioè, distribuite uniformemente nello spazio). E con queste premesse, il paradosso aveva senz'altro ragione di esistere.
In realtà, invece, sappiamo che l'Universo ha un'età finita (per quanto enorme!) ed è in espansione. La prima affermazione ci dice che, poiché la velocità della luce è finita, impiegherà sempre del tempo per raggiungerci, e la luce di stelle molto lontane non è ancora arrivata. Questo però comporterebbe che lo scenario ipotizzato dal paradosso potrebbe verificarsi in futuro.
Nel 1929, però, l'astronomo americano Edwin Hubble dimostrò che l'universo attuale si sta espandendo, con la conseguenza che dunque deve aver avuto un'origine nel passato (Universo limitato). A causa dell'espansione, ogni oggetto nell'Universo si sta allontanando. La luce, a causa dell'allontanamento, subisce un aumento della sua lunghezza d'onda (detto spostamento verso il rosso o redshift) e, se l'oggetto è sufficientemente lontano, può diventare invisibile. Il contributo delle stelle più lontane quindi diventa meno importante.
Alla luce della moderne teorie cosmologiche, quindi, il paradosso di Olbers, che per quasi 400 anni ha fatto discutere gli astronomi, appare risolto e può essere considerato ormai una curiosità storica.

In figura, l'immagine della Hubble Extreme Deep Field, la più profonda immagine ottica del cielo ottenuta con l'Hubble Space Telescope con un'esposizione di circa 23 giorni e pubblicata nel settembre 2012. Le più antiche galassie in questa immagine hanno 13,2 miliardi di anni.
Credit: NASA; ESA; G. Illingworth, D. Magee, and P. Oesch, University of California, Santa Cruz; R. Bouwens, Leiden University; and the HUDF09 Team.