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Pianeti

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Il termine "pianeta" deriva dalla parola greca plánes che significa "vagabondo", "errante".
Nell'antichità, veniva considerato un pianeta un qualunque oggetto celeste che si muovesse in cielo sullo sfondo delle stelle fisse, e quindi comprendeva anche il Sole e la Luna. Nel corso dei secoli, con l'introduzione del modello eliocentrico e con il progredire delle tecniche osservative, il significato di pianeta è notevolmente mutato.
Oggi, grazie al lavoro dell'Unione Astronomica Internazionale (International Astronomy Union o IAU), esiste una definizione precisa di "pianeta del Sistema Solare", secondo la quale, un pianeta per essere riconosciuto tale, deve:
  • essere in orbita intorno al Sole;
  • avere una massa sufficiente affinché la sua gravità possa vincere le forze di corpo rigido, e di conseguenza avere una forma sferica o almeno sferoidale;
  • aver "ripulito" le vicinanze intorno alla sua orbita
Secondo questa definizione, il Sistema Solare è costituito da 8 pianeti - Mercurio, Venere, la Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano e Nettuno, classificati in base alla loro composizione in pianeti rocciosi o terrestri e pianeti gassosi o gioviani - mentre viene introdotta una nuova categoria (detta dei "pianeti nani") per classificare oggetti come Cerere, Plutone ed Eris, che soddisfano le prime due condizioni ma non la terza.
In particolare, Plutone è il prototipo di una nuova classe di oggetti trans-nettuniani (la cui orbita, cioè, si trova interamente o per la maggior parte oltre a quella di Nettuno), detti plutoidi (di cui fanno parte anche Eris, Makemake e Haumea).

Una classe completamente nuova di pianeti, per cui ancora non esiste una definizione rigorosa, è la classe di pianeti extrasolari.

Nell'immagine, una rappresentazione (non in scala) degli otto pianeti del sistema solare e della Luna [Credit: NASA]